Vivere e lavorare in Nuova Zelanda: intervista a chi ci ha vissuto

Hai mai sognato un’esperienza all’estero? Vorresti vivere e lavorare in Nuova Zelanda ma
non sai da dove partire? Non perderti questa intervista.

Terence e Deborah sono una coppia di viaggiatori, due anime simili che durante il loro percorso di vita e di viaggio si sono conosciute. Vivere una vita banale non era nei programmi di nessuno dei due, infatti la Nuova Zelanda non era la loro prima esperienza all’estero, ma è dove il destino ha voluto si incontrassero. Da viaggiatori solitari e intraprendenti hanno quindi iniziato a condividere e a fondere le loro vite, rispettando sempre la propria libertà, ma imparando a fare affidamento l’uno sull’altro.

In questa intervista troverai quindi il racconto di una bellissima coppia che ha fatto della Nuova Zelanda la sua casa. Continuando a leggere scoprirai quindi come muovere i primi passi in questo nuovo paese e tanti consigli di chi ci ha vissuto.

Come mai avete scelto la Nuova Zelanda?

Entrambi avevamo precedentemente trascorso un anno in Australia usufruendo del Working Holiday Visa. Volevamo quindi ripetere l’esperienza in un altro paese simile perché ci eravamo trovati veramente bene e abbiamo pensato che fosse un’opportunità unica da non farci scappare.

Quanto prima vi siete organizzati?

Ci siamo organizzati con circa tre mesi di anticipo prima di andare a lavorare in Nuova Zelanda. Dal momento della richiesta del visto infatti possono passare dalle poche ore ai 20/30 giorni prima che venga approvato, quindi consigliamo di tenere in conto almeno un mese solo per i documenti. Una volta ottenuto il visto abbiamo prenotato il volo, scegliendo la data disponibile più economica.

Quanti mesi dura il visto e per quanto si può estendere?

Dal momento in cui il visto viene approvato si ha un anno di tempo per entrare nel Paese. Una volta atterrati in Nuova Zelanda il visto vale per 12 mesi.
È possibile richiederlo fino all’età di 30 anni ed è estendibile di soli 3 mesi svolgendone 3 di lavori agricoli. Oltre a questo per quanto riguarda noi italiani, è importante sottolineare che abbiamo un limite di 3 mesi per ogni impiego, di conseguenza possiamo lavorare per lo stesso datore di lavoro per questo limite di tempo massimo. Potrebbe sembrare una seccatura ma è un buono stimolo per provare più esperienze e scoprire diversi lati del Paese.

Per lavorare in Nuova Zelanda quali sono i passaggi burocratici da fare?

La prima cosa da fare è richiedere l’IRD, l’equivalente del codice fiscale. Si ottiene velocemente per email facendo richiesta sul sito del governo.

Per ottenerlo è necessario fornire un indirizzo fisico che può essere anche provvisorio come quello di un ostello.

Per quanto riguarda l’apertura del conto corrente, sembra stia diventando sempre più difficile da richiedere nei grandi centri urbani, come nel centro di Auckland. Consigliamo quindi di presentarsi in una delle sedi dei quartieri periferici o nelle cittadine più piccole. Per chi vuole arrivare preparato tuttavia raccomandiamo di partire dall’Italia con una carta e un conto multi valuta già operativo, che fornisce le coordinate bancarie neozelandesi come Wise o Revolut.
È possibile farsi accreditare lo stipendio su questi conti online senza problemi, infatti ho sempre e solo usato questo conto senza mai aprirne uno in loco.

Un’altra cosa importante da fare è stipulare un’assicurazione sanitaria, da stipulare prima di entrare nel Paese anche perché è obbligatoria.


Sarà poi necessario munirsi di una SIM locale, consiglio Skinny per rapporto qualità/prezzo
ed essere in possesso di una patente di guida internazionale. Per fare questo bisogna richiedere la traduzione della patente di guida presso uno dei centri AA.

Come avete fatto per trovare lavoro in farm?

Lavorare in Nuova Zelanda è molto facile, ancora di più nelle farm poiché le aziende sono sempre alla disperata ricerca di lavoratori. Noi abbiamo cambiato diversi impieghi, alcuni dei quali trovati addirittura in giornata. Il modo più semplice è quello di cercare sui gruppi.
Facebook dedicati (Backpacker jobs New Zealand e simili), e affidarsi al passaparola per avere riscontri diretti con chi l’esperienza l’ha già fatta. Un’altra fonte utile è il sito Backpackerboard.co.nz dove si possono trovare svariati annunci.

Quante ore lavoravate in farm? E’ un lavoro duro?

Abbiamo svolto una dozzina di lavori diversi nelle farm e naturalmente il tipo di impiego varia molto da lavoro a lavoro. Ad ogni modo quelli che permettono l’estensione del visto si dividono principalmente in due categorie: quelli nei campi di frutta e verdura e quelli nei magazzini di impacchettamento, ovvero le packhouse.

Parlando invece degli orari, nei lavori all’aperto c’è molta flessibilità, dato che molto dipende dal meteo e in particolare dalla pioggia. Il lavoro nelle packhouse invece dipende da quando avviene il raccolto anche se gli orari sono più stabili che nei campi. Ogni settimana può essere diversa dall’altra ma mediamente abbiamo lavorato intorno alle 8/9 ore al giorno.

Per quanto riguarda invece la fatica, c’è da dire che i lavori nei magazzini sono meno duri fisicamente ma più duri mentalmente, perché molto ripetitivi e il tempo sembra non passare mai. Al contrario i lavori all’aperto sono più duri fisicamente, ma variano molto dal tipo di coltura con la quale si ha a che fare, alcuni non lo sono affatto. Altre variabili da tenere in considerazione sono le temperature e se il lavoro è pagato all’ora o a cottimo. Generalmente quelli pagati a ora sono meno faticosi ma si guadagna anche di meno.

Serve sapere l’inglese in farm?

Certamente serve sapere l’inglese per poter comunicare con i superiori e i colleghi. Tuttavia non deve essere perfetto come per altri lavori dove si ha a che fare con il pubblico, quindi potrebbe essere un ottimo inizio per chi vuole migliorare la lingua.

Qual’è la paga minima per lavorare in Nuova Zelanda?

La paga minima tendenzialmente aumenta ogni anno, quella attuale è di 21.20 NZD all’ora in tutti i settori. Ad aprile 2023 aumenterà a 22.70 NZD.

Nelle città si trova facilmente lavoro?

È piuttosto facile trovare lavoro anche nelle città, soprattutto nel settore della ristorazione e delle costruzioni.

Serve comprare un auto per vivere lì?

Se si ha intenzione di vivere e lavorare in Nuova Zelanda e vuoi concentrarti in città, l’auto non è necessaria poiché ci sono gli autobus urbani e il traffico, soprattutto ad Auckland, è infernale. Appena si esce dalla grande città invece i mezzi pubblici diventano inesistenti. Se si decide di lavorare in campagna, o comunque in cittadine più piccole, avere una macchina è indispensabile. Noi abbiamo acquistato un piccolo van che ci ha fatto anche da casa per quasi un anno. Tutte le farm in cui abbiamo lavorato avevano un campeggio convenzionato dove molti vivevano quindi per noi è stata la soluzione perfetta.

Come sono i neozelandesi?

Abbiamo trovato i neozelandesi (loro si fanno chiamare kiwi) persone molto gentili e premurose, lo stile di vita in Nuova Zelanda è rilassato e il tempo libero viene valorizzato.
Le comunità sono piccole e c’è un grande senso di fiducia reciproca. Tra i neozelandesi il 10% circa sono maori, quest’ultimi tendono ad essere più riservati e a vivere in determinate regioni nell’isola del nord. I rapporti tra Maori e i discendenti degli europei sono migliorati significativamente negli ultimi decenni, tuttavia il colonialismo è ancora un argomento molto delicato.

È un’esperienza che rifareste?

L’esperienza di vivere e lavorare in Nuova Zelanda la ripeteremmo mille volte se potessimo, ma purtroppo ci è concessa una sola volta nella vita. Ci ha cambiato profondamente perché ci ha aperto gli occhi su diverse questioni. La cosa più bella è stata ritrovare un forte senso di attaccamento alla natura che in Nuova Zelanda è la regina.

Che consigli vorreste dare a chi è indeciso?

Di buttarsi perché non c’è nulla da perdere ma solo da guadagnarci. In quanto europei ed italiani, siamo molto fortunati ad avere accesso a questa opportunità che è riservata a una cerchia ristretta di nazionalità. Dopo un’esperienza del genere, una persona non può che tornare arricchita, indipendentemente da come vada. Si torna con posti incredibili nella memoria, nuove consapevolezze, nuove amicizie e perché no, anche qualche soldo da da parte. Ogni tanto ci viene da pensare “quanta vita ci saremmo persi se non fossimo partiti…” C’era talmente tanto da raccontare che alla fine ne è nato un libro, Lunga Nuvola Bianca nel quale raccontiamo per filo e per segno la nostra esperienza.

C’è qualcosa che avreste fatto diversamente?

Col senno di poi avremmo passato meno tempo in città. I primi tre mesi li abbiamo trascorsi ad Auckland, dove le paghe erano più basse e il costo della vita più alto, soprattutto per quanto riguarda l’affitto. Abbiamo notato poi che la maggior parte degli italiani tende a non uscire mai dalle grandi città dove c’è “più vita”. La verità è che ad Auckland cercano di replicare la stessa vita che facevano in Italia o in qualsiasi altro paese, ma la vera Nuova Zelanda è quella che si trova tra i prati verdi, le spiagge, i vulcani, le cascate e le foreste. Quella che abbiamo imparato a chiamare “vita”.

Avete anche viaggiato oltre che a lavorare in Nuova Zelanda?

Abbiamo avuto la fortuna di trovarci lì durante la pandemia, e i nostri visti sono stati estesi diverse volte per un totale di due anni e mezzo, durante i quali abbiamo lavorato in luoghi diversi e viaggiato in lungo e in largo per tutto il Paese con il nostro van. Usufruendo del Working Holiday Visa si ha comunque a disposizione il tempo sufficiente per visitare bene entrambe le isole, ma per chi ha intenzione di fare un viaggio senza fermarsi a lavorare, pensiamo che due settimane siano veramente il minimo di tempo necessario per avere un assaggio delle bellezze di queste due meravigliose isole. L’ideale sarebbero 3/4 settimane per visitare bene la Nuova Zelanda, ma se si ha a disposizione una settimana o 10 giorni, ci sentiremmo di consigliare di dedicarsi ad un’isola soltanto, a seconda della stagione e degli interessi, e di dedicare poco tempo alle città e tanto alle bellezze naturali.



Ringraziamo di cuore Terence e Deborah per questa splendida intervista, per i racconti, i consigli e gli spunti per vivere un’esperienza di vita e di lavoro in Nuova Zelanda.

3 risposte a “Vivere e lavorare in Nuova Zelanda: intervista a chi ci ha vissuto”

  1. […] ascoltato la storia di Deborah e Terence e della loro esperienze in Nuova Zelanda, mentre oggi intervisteremo Alice, una ragazza che nel 2020 insieme al suo compagno di vita […]

  2. […] nostra rubrica continua, abbiamo conosciuto Deborah e Terrence e la loro magica avventura in Nuova Zelanda, Alice che vive in Sri Lanka e ha aperto una guesthouse […]

  3. […] tutto e trasferirsi in Sri Lanka Vivere e lavorare in Nuova Zelanda: intervista a chi ci ha vissuto Rate this […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *