Trasferirsi e andare a vivere in Canada: la storia di Federica
Vorresti vivere un’esperienza e andare a vivere in Canada ma vuoi saperne di più, magari da qualcuno che già è lì? Non perderti questa intervista allora!
La nostra rubrica continua, abbiamo conosciuto Deborah e Terrence e la loro magica avventura in Nuova Zelanda, Alice che vive in Sri Lanka e ha aperto una guesthouse e ora è il momento di spostarci verso Occidente.
Attraversiamo l’Atlantico e atterriamo nella terra delle opportunità e della libertà.
E quindi chi meglio di una persona che ce l’ha fatta può raccontarci com’è vivere in Canada?!
Conosciamo Federica!
Ciao Federica, hai voglia di raccontarci un pò chi sei?
Ciao! Mi chiamo Federica, ma per molti sono Ciompif, un nome corto e simpatico che mi rappresenta molto.
Sono una ragazza di 27 anni, metà savonese e metà napoletana, che 3 anni fa ha lasciato un lavoro a tempo indeterminato per volare oltreoceano e vedere cosa la vita aveva in serbo. Ora sono precisamente a Vancouver, in Canada.
Come mai hai scelto di andare a vivere in Canada per l’inizio di questa nuova vita?
Penso sempre che il Canada mi abbia scelta. Mi è sempre piaciuto come paese per la sua libertà di idee e per le mille culture che ci abitano.
Il giorno in cui poi tutto è cambiato me lo ricordo bene, era una sera di maggio del 2019, ero su Facebook e avevo appena finito di lavorare.
Ad attirare la mia attenzione è stato un annuncio di una agenzia che aiutava a fare i Working Holiday Visa per il Canada, così ho fatto domanda, aiutata da una ragazza che voglio sempre menzionare perché è stata davvero d’aiuto all’epoca ed è poi diventata un’amica: Laura Baileni.
Dopo 2 settimane dalla mia richiesta ho ricevuto quindi la lettera di accettazione e dopo un mese completo avevo già il via libera per entrare nel paese. È stata una cosa lampo ho fatto il biglietto e sono partita. Poi di mezzo c’è stata la pandemia che non ha aiutato, però ho deciso di tenere duro e di rimanere ugualmente, e direi che ne è valsa la pena visto che sono ancora qua.
Che differenze principali trovi rispetto all’Italia?
Tante differenze, tanto da considerare le due realtà, due mondi diversi. Trovo che qui ci sia più senso di comunità e di accettazione, perchè molte culture convivono e c’è molto rispetto per chi viene da fuori, visto che quasi tutti lo sono stati. Però è anche vero che c’è meno collaborazione quotidiana tra le persone. Io sono abituata a Napoli da mia nonna dove i vicini si scambiano lo zucchero che manca a casa, qui invece chi abita vicino a me non sa neanche il mio nome.
Ma sicuramente la differenza che vedo più marcata rispetto all’Italia sono le condizioni lavorative e tutto il piano di benefit che dopo qualche mese nelle aziende ricevi in Canada, come la gestione della maternità, gli aiuti statali a chi non ha un income elevato e tanto altro.
Che tipo di visto hai ora?
Dopo aver terminato il working holiday visa e aver seguito diversi corsi, ora da qualche mese sono diventata residente permanente in Canada. Ovvero lo status grazie al quale posso rinnovare la mia permanenza qua ogni 5 anni quasi in automatico. Ma se per esempio decido nel corso di questi 5 anni di stare sul suolo canadese e quindi vivere in Canada per almeno 3 anni in totale, potrò diventare cittadina canadese e avere il doppio passaporto.
Quali sono le cose burocratiche da fare una volta che si decide di vivere in Canada?
Io dico sempre: il primo giorno ti riprendi dal jet Lag e il secondo giorno vai a fare le due cose fondamentali: Sin Number, un numero per lavorare che devi dare al tuo datore di lavoro, e aprire un conto corrente. Poi si fa una scheda telefonica e si inizia a preparare il curriculum in stile canadese ovvero senza foto e dati sensibili per non creare discriminazioni.
Ovviamente, prima di arrivare in Canada è fondamentale stipulare un’assicurazione sanitaria, visto che qua è privata.
Una volta che ci si è ambientati poi è tempo di provare qualche piatto tipico, come la poutine e i Timbits.
Che cosa hai fatto all’inizio per ottenere il working holiday visa, quali sono i requisiti?
Il working Holiday è il visto che consiglio di fare se si ha intenzione di esplorare il paese e capire se può piacere l’idea di vivere qui, anche perché permette di lavorare e vivere in Canada legalmente.
I requisiti fondamentali, ma invito a guardare sul sito canadese, sono: essere cittadino italiano, risiedere in Italia, avere dai 18 ai 35 anni, non avere precedenti penali, avere sul conto almeno 1600€ e avere un‘assicurazione che copra per tutta la durata del visto.
Il visto si richiede poi sul sito ufficiale canadese e richiede un pò di pazienza dal momento che le procedure possono essere un pò lunghe, ma poi ne vale la pena.
Dove vivere in Canada, perché hai scelto Vancouver?
Sicuramente il primo motivo è stato per il clima, eccezioni a parte, le temperature qua sono miti, si scende sotto lo zero rarissime volte, quindi è una situazione più gradevole per me. Poi essendo antropologa ho sempre amato e rispettato le First Nations e qui c’è uno dei più grandi musei antropologici del mondo.
E’ facile fare amicizia lì?
Fare amicizia qui è un po’ difficile perché, essendo una città cara, tutti lavorano molto, ma nel corso di questi anni ho creato amicizie belle e profonde. L’unico neo è che spesso si incontrano persone di passaggio e bisogna essere sempre pronti a salutare gli amici che decidono di spostarsi in altre città del Canada o cambiare vita di nuovo.
Come si approcciano i local agli expat?
Expat mi sembra un termine molto romantico, a me piace più usare immigrati perché secondo me questa parola contiene un po’ il senso di fatica e sofferenza che le persone che vanno via dal proprio paese provano.
A Vancouver comunque la maggior parte delle persone è immigrata, si arriva qua da ogni parte del mondo quindi non si sente tanto la differenza, anzi se non sai bene l’inglese non si spazientiscono e cercano di aiutarti come possono.
Al contrario è raro qui trovare canadesi autoctoni, perchè molti hanno discendenze europee o asiatiche (se non consideriamo i veri local che sono le First Nations).
Quante settimane consigli per visitare Vancouver/ la zona ovest del Canada?
Per la zona Ovest io consiglio almeno 2 settimane, ma dipende tanto da quanto si vuole esplorare: un itinerario potrebbe essere Vancouver, Whistler e Kelowna, oppure si può noleggiare l’auto e visitare Calgary&Jasper in Alberta.
Infine c’è tutta la zona intorno a Vancouver come la splendida Vancouver Island con la capitale della British Columbia Victoria, Tofino e la Sunshine Coast. Insomma, ci sono tanti posti intorno a Vancouver che si possono visitare, dipende tutto da quello che uno cerca.
Che consigli vorresti dare a chi vorrebbe cambiare vita e lasciare l’Italia?
Una delle mie frasi preferite dice: se non ti piace il posto dove sei puoi muoverti, non sei un albero!
Il mio consiglio infatti è quello di esplorare, all’inizio è dura, ma poi è bello assaporare ciò che ti sei creato completamente da solo. Sul mio Instagram cerco sempre di essere più vera possibile e raccontare anche i giorni no, perché arrivano, ma la luce può essere davvero bella in fondo al tunnel.
L’Italia poi non si muove: si può sempre tornare dopo l’esperienza!
Quali sono i pro e i contro del vivere in Canada?
I pro sono le tante culture, conoscere gente nuova ogni giorno, le condizioni lavorative, la mancanza di giudizio per come sei e imparare una nuova lingua.
I contro per me sono essere lontani dalla famiglia, i voli costosi per esplorare i dintorni, contrariamente ai voli per girare in Europa, e la mancanza della parmigiana di mia nonna.
Ormai sono passati un paio d’anni da quando hai lasciato l’Italia, sei soddisfatta del tuo percorso?
Si, ad essere sincera sono soddisfatta. A volte guardo indietro a quella ragazza di 24 anni appena compiuti che è partita così spaventata e vorrei darle un abbraccio perché è stata coraggiosa! Dimentichiamo ciò che possiamo fare e il nostro potenziale se stiamo sempre al sicuro nel nostro giardinetto di casa.
Poi se qualora un giorno non mi piacesse più stare qui, ho il dovere di essere onesta con me stessa e magari cambiare di nuovo paese.
Dove possiamo seguire le tue avventure?
Mi trovate tanto sul mio profilo Instagram: – Ciompif – dove sono sempre contenta di conoscere nuove persone e rispondere ai dubbi e domande sul Canada.
Grazie Federica per averci portato un pò nella tua vita in Canada!
Consigli per la tua esperienza in Corea del Sud con il visto Working Holiday
Hai deciso di vivere un’esperienza di lavoro all’estero e vuoi sapere tutto sul visto Working Holiday per la Corea del sud? Continua a leggere per trovare tutti i consigli.
La Corea del Sud è un paese straordinario e anche se è meno conosciuto rispetto ad altri, anche qua è possibile applicare per il visto working holiday, un visto che per l’appunto ti permette di vivere e lavorare nel paese. Ma come si applica, per quanto tempo si può rimanere nel paese e come si trova poi lavoro? Se hai questi dubbi e queste domande, continua allora a leggere perchè affronteremo tutte queste tematiche.
Perchè scegliere il Working Holiday Visa in Corea del Sud?
Tendenzialmente i paesi più conosciuti per l’applicazione di questo visto sono l’Australia, la Nuova Zelanda e il Canada, ma anche la Corea del Sud dà agli italiani questa possibilità, ed ecco, qualora fossi indeciso, perchè dovresti seriamente prendere in considerazione di applicare per il visto Working Holiday in Corea del sud.
- Esperienza culturale unica: la Corea del Sud ha una cultura molto ricca e unica, con una cucina deliziosa, tradizioni millenarie e una storia affascinante. Se sei interessato a sperimentare qualcosa di diverso e se ami le influenze orientali, la Corea del Sud ti permetterà di vivere un’esperienza totale a 360°, conoscendo e imparando una cultura completamente diversa rispetto alla tua.
- Opportunità di lavoro: la Corea del Sud è una delle economie più forti dell’Asia, e ci sono molte opportunità di lavoro disponibili per gli stranieri, in particolare nei settori dell’insegnamento dell’inglese e della tecnologia, ma anche nei campi della ristorazione e dell’hoteleria. Infatti in Corea ci sono tantissimi turisti e sapere in inglese ti darà una marcia in più per diventare una figura di rilievo e di riferimento.
- Sicurezza: è uno dei paesi più sicuri al mondo, con una bassa criminalità e una forte presenza di polizia. Ciò significa che puoi sentirti al sicuro mentre sei in viaggio e goderti la tua esperienza senza preoccupazioni.
- Sviluppo del turismo: negli ultimi anni, si è trasformata in una destinazione turistica popolare, con molte attrazioni e attività da offrire. Questo significa che avrai la possibilità di fare e vedere tantissime realtà, attrazioni, templi e tanto altro. Annoiarsi sarà impossibile.
- Sfida personale: se vuoi metterti alla prova e sperimentare qualcosa di nuovo e diverso, la Corea del Sud è la tua destinazione. La lingua coreana può essere difficile da imparare, ma conoscere una nuova lingua e una nuova cultura può essere una sfida gratificante e arricchente. Soprattutto per il primo periodo puoi sempre utilizzare applicazioni di traduzione come Google Translate o Papago per facilitare la comunicazione.
Consigli per ottenere il visto Working Holiday per la Corea del sud
Il Governo della Repubblica di Corea permette ai cittadini italiani tra i 18 e i 30 anni (inclusi) di richiedere dei visti per Vacanze Lavoro per farlo dovrai fare richiesta sul sito ufficiale Visa Application e-Form. La validità sarà poi di un anno.
Per l’applicazione è richiesto di dimostrare di avere un’assicurazione sanitaria valida per tutta la durata del tuo soggiorno in Corea. Noi ti consigliamo la polizza CAP Working Holiday di Chapka dedicata a questo visto e valida per 12 mesi.
Oltre a questo dovrai dimostrare di avere fondi sufficienti per il tuo sostentamento durante il periodo iniziale del tuo viaggio (minimo EUR 3.000,00).
Una volta fatta la richiesta dovrai procedere con l’invio dei vari documenti richiesti dal governo per validare la tua domanda, ovvero una fototessera a colori (3.5cm x 4.5cm) attaccata sulla prima pagina di Visa Application e-Form, un passaporto con la validità superiore ai 18 mesi, una copia del passaporto, una copia della carta di identità, un certificato del Casellario Giudiziale e un certificato dei Carichi Pendenti.
Una volta fatto tutto e con il visto approvato, potrai procedere con l’acquisto del volo e partire per questa incredibile esperienza.
L’Alien Registration Card
L’alien registration card (ARC) è una carta di registrazione, una sorta di carta d’identità molto importante da richiedere una volta arrivato in Korea. Questa carta infatti contiene informazioni personali come il nome, la nazionalità, l’indirizzo, la data di scadenza del visto e cosa più importante, il numero di registrazione. L’ARC infatti dovrai portarla sempre con te poiché funge da prova di identità e di permesso di soggiorno in Korea del Sud.
Ti verrà richiesta per affittare una casa, aprire un conto bancario, acquistare una scheda SIM, e tante altre attività.
Dovrai richiederla entro i primi 90 giorni dal tuo arrivo presso l’ufficio immigrazione locale presentando i diversi documenti richiesti. Una volta poi pronta la tessera, potrai andarla a ritirare oppure riceverla a domicilio.
Aprire un conto bancario
Una volta nel paese, il primo passo per iniziare la tua vita in Corea del Sud è quello di aprire un conto bancario. Ci sono molte banche in Corea del Sud che offrono conti bancari per gli stranieri, come KEB Hana Bank, Shinhan Bank, Woori Bank e KB Kookmin Bank. Per aprire il conto sarà poi necessario portarti dietro il passaporto, il tuo Alien Registration Card e potrebbe essere utile avere anche una carta di credito. A tal proposito potresti pensare di utilizzare la carta Revolut così da avere basse spese di commissioni all’estero.
Consigli per trovare casa con il visto Working Holiday Corea del sud
Il secondo passo importante è trovare una casa. Chiaramente per i primi giorni puoi valutare un ostello o una camera d’albergo, questo ti permetterà anche di fare amicizia e legare con altre persone che potrebbero poi aiutarti. Per la ricerca dell’alloggio invece potrai decidere tra stanze in condivisione, case-studio e appartamenti. La maggior parte di questi comunque richiedono un deposito di sicurezza, che varia da un mese a tre mesi di affitto. Ad ogni modo i siti web più popolari per trovare un alloggio sono Zigbang, Dabang e Craiglist. Se invece preferisci evitare di cercare online o vuoi rendere la pratica più veloce, puoi anche visitare le agenzie immobiliari locali.
Come trovare lavoro in Corea del sud con il Working Holiday Visa?
Una volta sistemati il conto bancario e l’alloggio, è importante trovare un lavoro. Chiaramente gran parte di questi richiederanno un alto livello di competenza linguistica in coreano ma questo non deve scoraggiarti. Essendo in un paese straniero è normale che la lingua locale sia richiesta, ma esistono ugualmente tanti settori dove è richiesto esclusivamente un buon livello di inglese. Tra questi troviamo lavori come insegnanti di inglese, traduttori, interpreti e operatori di call center. Allo stesso modo potresti pensare di fare da accompagnatore a viaggi di gruppo, lavorare come receptionist in hotel, fare il runner oppure lavorare in aziende internazionali dove la comunicazione avviene strettamente in inglese.
Per trovare lavoro, puoi utilizzare siti web come WorknPlay, Craigslist e Korea Job Finder. Inoltre, puoi anche utilizzare i social network come LinkedIn e Facebook per connetterti con altri professionisti del tuo settore.
Ottenere una scheda SIM
Una volta sistemati il conto bancario, l’alloggio e il lavoro, è importante ottenere una scheda SIM per il tuo telefono cellulare. Ci sono molte compagnie telefoniche in Corea del Sud, come KT, SK Telecom e LG Uplus, che offrono pacchetti di servizi per gli stranieri.
Quali città sono consigliate per viverci?
La Corea del Sud ha molte città interessanti da scoprire, ma le città più popolari tra gli stranieri sono Seul, Busan, Daegu e Daejeon. Seul è la capitale e la città più grande della Corea del Sud, ed è considerata una delle città più vivaci e moderne dell’Asia. Qui si trovano molte opportunità di lavoro e di divertimento, ma anche il costo della vita è piuttosto elevato rispetto ad altre città della Corea del Sud.
Busan è la seconda città più grande della Corea del Sud ed è famosa per le sue spiagge, i suoi ristoranti di pesce e il suo porto. Qui si può godere di una vita più rilassata rispetto a Seul, ma comunque con molte opportunità di lavoro e di svago.
Daegu e Daejeon sono città più piccole, ma comunque molto vivaci e dinamiche. Qui si possono trovare molte opportunità di lavoro nel settore dell’istruzione e della tecnologia.
Direi che ora non ci sono più dubbi, non perdere quindi altro tempo, fai la richiesta del visto Corea del sud e parti per questa incredibile avventura!
Laghi Canada: guida ai 9 più spettacolari
Stai programmando un viaggio in questo paese e vuoi conoscere i laghi del Canada più belli da inserire nell’itinerario? Continua a leggere allora.
Il Canada è una terra di meraviglie naturali dal valore inestimabile, e i suoi laghi ne sono un esempio lampante. Dal nord del Canada all’Ontario e dal Québec alla Columbia Britannica, il paese è costellato da migliaia di laghi, ognuno con la sua bellezza.
Questi specchi d’acqua infatti non solo hanno tonalità di azzurro uniche al mondo, ma sono spesso incorniciati da maestose montagne innevate, foreste sempre verdi e paesaggi che tolgono il fiato.
In questo articolo, parleremo quindi dei 9 laghi più belli del Canada, dove si trovano, cosa li rende speciali e come strutturare l’itinerario perfetto.
Lago Louise – Banff, Alberta
Il lago Louise è uno dei laghi più famosi del Canada. Situato nel cuore delle Montagne Rocciose canadesi, è conosciuto per il suo colore turchese intenso e le maestose cime che lo circondano.
Se ami le attività all’aperto qua potrai noleggiare canoe o kayak, per ammirare i suoi colori da ancora più vicino, oppure intraprendere splendidi sentieri per scoprire i suoi boschi verdi.
Lago Moraine – Banff, Alberta
Il Lago Moraine è un altro lago situato nel Parco Nazionale di Banff, in Alberta e si trova a 15 km dal lago Louise.
Anche questo lago è famoso per le sue tonalità di azzurro e per la sua posizione invidiabile, abbracciato da splendide montagne. Le sue acque cristalline riflettono poi la bellezza della natura circostante, creando un’atmosfera magica e surreale.
Visto poi che è uno dei laghi più famosi di tutto l’Alberta, ti consigliamo di visitarlo al mattino presto per evitare le folle di turisti. Soprattutto nei mesi di luglio e agosto, i periodi di più alta stagione, è opportuno calcolare l’orario di arrivo per evitare che il momento venga rovinato dalla presenza di troppe persone.
Lago Peyto – Banff, Alberta
Rimaniamo sempre nel Parco Nazionale di Banff in Alberta, dove si trova lo splendido lago Peyto, noto per la sua forma a lobo, che gli conferisce un aspetto unico. Ciò che lo rende speciale e indimenticabile è però il sentiero per raggiungere il suo Viewpoint, uno splendido punto panoramico da dove potrai ammirarlo dall’alto.
Se poi avrai fortuna e la giornata sarà di sole pieno, avrai l’impressione di ritrovarti all’interno di una cartolina. Il colore dell’acqua infatti varia dal blu al verde, a seconda dell’angolazione della luce del sole.
Lago Maligne – Jasper, Alberta
Il Lago Maligne è situato nel Parco Nazionale di Jasper, sempre in Alberta ed è uno dei laghi più grandi della regione. Una volta raggiunto questo lago potrai poi decidere se fare escursioni in canoa o in kayak, goderti un picnic all’aria aperta oppure se intraprendere i percorsi che si snodano tutt’attorno a questo lago.
Il periodo migliore per visitare il Lago Maligne è da giugno a settembre.
Lago Emerald – Yoho, British Columbia
Il Lago Emerald è un lago di alta montagna ed è situato nel Parco Nazionale di Yoho, in Columbia Britannica, molto vicino al Banff. Si raggiunge facilmente in auto, dopo di che da lì potrai decidere quali attività fare, tra escursioni a piedi o in bicicletta.
La fortuna di questo lago è poi quella di non essere ancora molto conosciuto e questo ti darà l’opportunità anche in alta stagione, di goderti dei momenti di pace e di tranquillità. Potrai ascoltare il suono delle increspature dell’acqua, gli uccellini cantare e il vento muovere le foglie degli alberi.
Dopo tutto una delle ragioni per le quali si visita queste zone del Canada, oltre che a fare attività sportive, è proprio quella di contemplare questi splendidi paesaggi.
Lago Garibaldi – Whistler, British Columbia
Il Lago Garibaldi è situato vicino a Whistler, in Columbia Britannica ed è noto per il suo colore blu intenso e la vista spettacolare delle montagne circostanti. Potrai raggiungerlo attraverso un sentiero escursionistico di 9 km e nonostante il trekking possa essere impegnativo, la vista sul lago ti ripagherà di tutta la fatica.
Trovandosi poi a 100km da Vancouver è una meta perfetta per un’escursione in giornata e per staccare dal caos della città.
Lago Superior – Ontario
Dal Canada dell’ovest ci spostiamo ad Est, dove si trova lo splendido lago Superior, uno dei cinque Grandi Laghi del Nord America e il più grande di tutti. Situato nella provincia dell’Ontario, è noto per la sua bellezza naturale e la sua vastità.
Il lago offre numerose attività all’aperto, come la pesca, il nuoto, la navigazione, e ci sono numerose città e villaggi pittoreschi nelle vicinanze da esplorare.
Lago Ontario – Ontario
Sempre nella provincia dell’Ontario, questo lago è il più orientale dei cinque grandi laghi del Nord America. Si trova proprio di fronte alla bellissima città di Toronto, che ti suggeriamo di visitare.
In estate infatti potrai goderti splendide passeggiate lungo il lago, partecipare ad eventi o a concerti, oppure raggiungere Toronto Island con il traghetto e rilassarti qualche giorno lungo le sue spiagge.
Lago Erie – Ontario
Per ultimo ma non per importanza troviamo il Lago Erie, che fa parte come i precedenti, dei cinque grandi laghi del Nord America. Questo lago è famoso per la sua posizione tra il Canada e gli Stati Uniti, e per le spiagge sabbiose lunghe chilometri che lo circondano.
Il Lago Erie è ideale per nuotare, fare surf, pescare e rilassarsi sulla spiaggia.
In definitiva, questi laghi sono solo una piccola parte della bellezza naturale del Canada, e qualora avessi piacere di visitarli ecco due possibili itinerari.
Per quanto riguarda il Canada dell’ovest ti suggeriamo di iniziare il viaggio da Vancouver per raggiungere poi il lago Garibaldi e da lì attraversare la British Columbia fino al Emerald lake. Dalla British Columbia poi raggiungi l’Alberta ed esplorare il magnifico parco Nazionale del Banff, dove potrai visitare il Lago Moraine, il Lago Louise e il Lago Peyto.
Infine raggiungi il parco Nazionale di Jasper, sempre in Alberta e ammira il Lago Maligne.
In un secondo viaggio invece, scopri gli splendidi laghi del Canada dell’est, parti da Toronto e da lì scopri gli splendidi laghi dell’Ontario, tra il Lago Erie, Superior e Ontario.
In entrambi i viaggi sarà fondamentale il noleggio dell’auto, così come stipulare un’assicurazione che ti copra in caso di imprevisto.
Vivere e lavorare in Nuova Zelanda: intervista a chi ci ha vissuto
Hai mai sognato un’esperienza all’estero? Vorresti vivere e lavorare in Nuova Zelanda ma
non sai da dove partire? Non perderti questa intervista.
Terence e Deborah sono una coppia di viaggiatori, due anime simili che durante il loro percorso di vita e di viaggio si sono conosciute. Vivere una vita banale non era nei programmi di nessuno dei due, infatti la Nuova Zelanda non era la loro prima esperienza all’estero, ma è dove il destino ha voluto si incontrassero. Da viaggiatori solitari e intraprendenti hanno quindi iniziato a condividere e a fondere le loro vite, rispettando sempre la propria libertà, ma imparando a fare affidamento l’uno sull’altro.
In questa intervista troverai quindi il racconto di una bellissima coppia che ha fatto della Nuova Zelanda la sua casa. Continuando a leggere scoprirai quindi come muovere i primi passi in questo nuovo paese e tanti consigli di chi ci ha vissuto.
Come mai avete scelto la Nuova Zelanda?
Entrambi avevamo precedentemente trascorso un anno in Australia usufruendo del Working Holiday Visa. Volevamo quindi ripetere l’esperienza in un altro paese simile perché ci eravamo trovati veramente bene e abbiamo pensato che fosse un’opportunità unica da non farci scappare.
Quanto prima vi siete organizzati?
Ci siamo organizzati con circa tre mesi di anticipo prima di andare a lavorare in Nuova Zelanda. Dal momento della richiesta del visto infatti possono passare dalle poche ore ai 20/30 giorni prima che venga approvato, quindi consigliamo di tenere in conto almeno un mese solo per i documenti. Una volta ottenuto il visto abbiamo prenotato il volo, scegliendo la data disponibile più economica.
Quanti mesi dura il visto e per quanto si può estendere?
Dal momento in cui il visto viene approvato si ha un anno di tempo per entrare nel Paese. Una volta atterrati in Nuova Zelanda il visto vale per 12 mesi.
È possibile richiederlo fino all’età di 30 anni ed è estendibile di soli 3 mesi svolgendone 3 di lavori agricoli. Oltre a questo per quanto riguarda noi italiani, è importante sottolineare che abbiamo un limite di 3 mesi per ogni impiego, di conseguenza possiamo lavorare per lo stesso datore di lavoro per questo limite di tempo massimo. Potrebbe sembrare una seccatura ma è un buono stimolo per provare più esperienze e scoprire diversi lati del Paese.
Per lavorare in Nuova Zelanda quali sono i passaggi burocratici da fare?
La prima cosa da fare è richiedere l’IRD, l’equivalente del codice fiscale. Si ottiene velocemente per email facendo richiesta sul sito del governo.
Per ottenerlo è necessario fornire un indirizzo fisico che può essere anche provvisorio come quello di un ostello.
Per quanto riguarda l’apertura del conto corrente, sembra stia diventando sempre più difficile da richiedere nei grandi centri urbani, come nel centro di Auckland. Consigliamo quindi di presentarsi in una delle sedi dei quartieri periferici o nelle cittadine più piccole. Per chi vuole arrivare preparato tuttavia raccomandiamo di partire dall’Italia con una carta e un conto multi valuta già operativo, che fornisce le coordinate bancarie neozelandesi come Wise o Revolut.
È possibile farsi accreditare lo stipendio su questi conti online senza problemi, infatti ho sempre e solo usato questo conto senza mai aprirne uno in loco.
Un’altra cosa importante da fare è stipulare un’assicurazione sanitaria, da stipulare prima di entrare nel Paese anche perché è obbligatoria.
Sarà poi necessario munirsi di una SIM locale, consiglio Skinny per rapporto qualità/prezzo
ed essere in possesso di una patente di guida internazionale. Per fare questo bisogna richiedere la traduzione della patente di guida presso uno dei centri AA.
Come avete fatto per trovare lavoro in farm?
Lavorare in Nuova Zelanda è molto facile, ancora di più nelle farm poiché le aziende sono sempre alla disperata ricerca di lavoratori. Noi abbiamo cambiato diversi impieghi, alcuni dei quali trovati addirittura in giornata. Il modo più semplice è quello di cercare sui gruppi.
Facebook dedicati (Backpacker jobs New Zealand e simili), e affidarsi al passaparola per avere riscontri diretti con chi l’esperienza l’ha già fatta. Un’altra fonte utile è il sito Backpackerboard.co.nz dove si possono trovare svariati annunci.
Quante ore lavoravate in farm? E’ un lavoro duro?
Abbiamo svolto una dozzina di lavori diversi nelle farm e naturalmente il tipo di impiego varia molto da lavoro a lavoro. Ad ogni modo quelli che permettono l’estensione del visto si dividono principalmente in due categorie: quelli nei campi di frutta e verdura e quelli nei magazzini di impacchettamento, ovvero le packhouse.
Parlando invece degli orari, nei lavori all’aperto c’è molta flessibilità, dato che molto dipende dal meteo e in particolare dalla pioggia. Il lavoro nelle packhouse invece dipende da quando avviene il raccolto anche se gli orari sono più stabili che nei campi. Ogni settimana può essere diversa dall’altra ma mediamente abbiamo lavorato intorno alle 8/9 ore al giorno.
Per quanto riguarda invece la fatica, c’è da dire che i lavori nei magazzini sono meno duri fisicamente ma più duri mentalmente, perché molto ripetitivi e il tempo sembra non passare mai. Al contrario i lavori all’aperto sono più duri fisicamente, ma variano molto dal tipo di coltura con la quale si ha a che fare, alcuni non lo sono affatto. Altre variabili da tenere in considerazione sono le temperature e se il lavoro è pagato all’ora o a cottimo. Generalmente quelli pagati a ora sono meno faticosi ma si guadagna anche di meno.
Serve sapere l’inglese in farm?
Certamente serve sapere l’inglese per poter comunicare con i superiori e i colleghi. Tuttavia non deve essere perfetto come per altri lavori dove si ha a che fare con il pubblico, quindi potrebbe essere un ottimo inizio per chi vuole migliorare la lingua.
Qual’è la paga minima per lavorare in Nuova Zelanda?
La paga minima tendenzialmente aumenta ogni anno, quella attuale è di 21.20 NZD all’ora in tutti i settori. Ad aprile 2023 aumenterà a 22.70 NZD.
Nelle città si trova facilmente lavoro?
È piuttosto facile trovare lavoro anche nelle città, soprattutto nel settore della ristorazione e delle costruzioni.
Serve comprare un auto per vivere lì?
Se si ha intenzione di vivere e lavorare in Nuova Zelanda e vuoi concentrarti in città, l’auto non è necessaria poiché ci sono gli autobus urbani e il traffico, soprattutto ad Auckland, è infernale. Appena si esce dalla grande città invece i mezzi pubblici diventano inesistenti. Se si decide di lavorare in campagna, o comunque in cittadine più piccole, avere una macchina è indispensabile. Noi abbiamo acquistato un piccolo van che ci ha fatto anche da casa per quasi un anno. Tutte le farm in cui abbiamo lavorato avevano un campeggio convenzionato dove molti vivevano quindi per noi è stata la soluzione perfetta.
Come sono i neozelandesi?
Abbiamo trovato i neozelandesi (loro si fanno chiamare kiwi) persone molto gentili e premurose, lo stile di vita in Nuova Zelanda è rilassato e il tempo libero viene valorizzato.
Le comunità sono piccole e c’è un grande senso di fiducia reciproca. Tra i neozelandesi il 10% circa sono maori, quest’ultimi tendono ad essere più riservati e a vivere in determinate regioni nell’isola del nord. I rapporti tra Maori e i discendenti degli europei sono migliorati significativamente negli ultimi decenni, tuttavia il colonialismo è ancora un argomento molto delicato.
È un’esperienza che rifareste?
L’esperienza di vivere e lavorare in Nuova Zelanda la ripeteremmo mille volte se potessimo, ma purtroppo ci è concessa una sola volta nella vita. Ci ha cambiato profondamente perché ci ha aperto gli occhi su diverse questioni. La cosa più bella è stata ritrovare un forte senso di attaccamento alla natura che in Nuova Zelanda è la regina.
Che consigli vorreste dare a chi è indeciso?
Di buttarsi perché non c’è nulla da perdere ma solo da guadagnarci. In quanto europei ed italiani, siamo molto fortunati ad avere accesso a questa opportunità che è riservata a una cerchia ristretta di nazionalità. Dopo un’esperienza del genere, una persona non può che tornare arricchita, indipendentemente da come vada. Si torna con posti incredibili nella memoria, nuove consapevolezze, nuove amicizie e perché no, anche qualche soldo da da parte. Ogni tanto ci viene da pensare “quanta vita ci saremmo persi se non fossimo partiti…” C’era talmente tanto da raccontare che alla fine ne è nato un libro, Lunga Nuvola Bianca nel quale raccontiamo per filo e per segno la nostra esperienza.
C’è qualcosa che avreste fatto diversamente?
Col senno di poi avremmo passato meno tempo in città. I primi tre mesi li abbiamo trascorsi ad Auckland, dove le paghe erano più basse e il costo della vita più alto, soprattutto per quanto riguarda l’affitto. Abbiamo notato poi che la maggior parte degli italiani tende a non uscire mai dalle grandi città dove c’è “più vita”. La verità è che ad Auckland cercano di replicare la stessa vita che facevano in Italia o in qualsiasi altro paese, ma la vera Nuova Zelanda è quella che si trova tra i prati verdi, le spiagge, i vulcani, le cascate e le foreste. Quella che abbiamo imparato a chiamare “vita”.
Avete anche viaggiato oltre che a lavorare in Nuova Zelanda?
Abbiamo avuto la fortuna di trovarci lì durante la pandemia, e i nostri visti sono stati estesi diverse volte per un totale di due anni e mezzo, durante i quali abbiamo lavorato in luoghi diversi e viaggiato in lungo e in largo per tutto il Paese con il nostro van. Usufruendo del Working Holiday Visa si ha comunque a disposizione il tempo sufficiente per visitare bene entrambe le isole, ma per chi ha intenzione di fare un viaggio senza fermarsi a lavorare, pensiamo che due settimane siano veramente il minimo di tempo necessario per avere un assaggio delle bellezze di queste due meravigliose isole. L’ideale sarebbero 3/4 settimane per visitare bene la Nuova Zelanda, ma se si ha a disposizione una settimana o 10 giorni, ci sentiremmo di consigliare di dedicarsi ad un’isola soltanto, a seconda della stagione e degli interessi, e di dedicare poco tempo alle città e tanto alle bellezze naturali.
Ringraziamo di cuore Terence e Deborah per questa splendida intervista, per i racconti, i consigli e gli spunti per vivere un’esperienza di vita e di lavoro in Nuova Zelanda.